Nomina sunt consequentia rerum

Billy Wilder, Sunset Boulevard (Viale del Tramonto), USA 1950, con Gloria Swanson, William Holden, Erich von Stroheim, Fred Clark, Nancy Olson, Buster Keaton, Cecil B. De Mille

Intitolare Sunset Boulevard un blog che intende occuparsi prevalentemente di cinema può non apparire la scelta più originale. Ne sono consapevole. Ciò nonostante, nel tentativo di individuare il nome più giusto a raccogliere le mie riflessioni, ho scoperto che nessun titolo è migliore di questo.
Non si tratta solo del doppio significato per cui il Sunset Blvd. è sia uno dei migliori film di si Billy Wilder, sia la famosa strada delle stelle di Hollywood.
Non è solo questo, anzi questo è nulla.
Si tratta piuttosto di evocare un intreccio di significati e riferimenti che sono intensamente presenti nel mio personale sguardo sul cinema, nella mia costante ricerca sui contenuti e le formulazioni di questa arte.
Sunset Boulevard è un film sul cinema.
È un film sul declino del cinema muto e di un universo espressivo. Sulla perdita di sé e l’incapacità di ritrovarsi.
È un film di citazioni e camei (storica la partita a carte con Buster Keaton) che rimescolano storia del cinema e storie personali dei protagonisti. Cecil B. DeMille – che nel 1919 è all’origine della celebrità della Swanson –  è qui il regista che non offre a Norma Desmond un’ultima parte. Il grande Erich von Stroheim è qui l’ex marito, l’ex regista, il fidato e fedele factotum. Fu lui, regista di culto dell’era pre-sonora (Femmine Folli, USA 1921, Greed, USA 1924-25), a contribuire alla fine del successo dell’attrice.  Regista visionario e megalomane, divenne leggendario per film incompiuti e mai distribuiti a causa delle infinite e costosissime sceneggiature. Nel 1928, grazie ai soldi di Joseph Kennedy (padre del futuro Presidente degli Stati Uniti e allora amante della Swanson) gira Queen Kelly con la Swanson come protagonista. Il film venne interrotto, rimanendo anch’esso incompiuto, stroncato dall’alto budget e l’avvento del sonoro.
Sunset Boulevard è un film di grandi attori (William Holden, oltre a quanti già citati) e di trovate ingegnose: per la prima volta la storia è narrata dalla voce fuori campo del protagonista già morto (nel 1999 American Beauty userà lo stesso espediente).
È un  film noir e insieme una commedia dalle straordinarie battute (Joe/William Holden: Siete Norma Desmond, la famosa attrice del muto. Eravate grande. Norma/Gloria Swanson: Io sono sempre grande. È il cinema che è diventato piccolo.)
Inoltre, Sunset Boulevard è un film per cinefili e cineforum ed è un film per il grande pubblico del quale si potrebbe parlare per giorni scoprendovi ogni volta nuove sollecitazioni.
Tutto questo è il cinema come io lo amo.

~ di themoky su 13 gennaio 2010.

2 Risposte to “Nomina sunt consequentia rerum”

  1. E non vogliamo anche parlare del fatto che il film evoca un’idea, quella del Tramonto, che già trent’anni prima il filosofo Oswald Spengler applicò non dico al cinema ma all’intero Occidente (“Das Untergang des Abendlandes, 1918-1922) e che in quella prima metà del secolo, dopo il lascito di Nietzsche, sembrava essere assurta a simbolo del destino dell’intera Civiltà (quella che appunto Spengler chiamava la decadente Zivilisation, opponendola alla sana e vitale Kultur)? (santo cielo, mi riduci proprio a un vecchio continentale…)

  2. guarda, visto che hai appena aperto un blog dopo averci minacciati di torture cinesi quando abbiamo traviato Roberto, faccio che piazzarti qui un link che potrebbe 1. tornarti utile o 2. incasinarti la vita online 😀

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